Nel leggendario Come si fa una tesi di laurea, Umberto Eco verso la fine del libro descrive una realtà bellissima per lo studente che ha imparato come scrivere una tesi.
Uno studente che non entra nello spirito della ricerca accademica vivrà male l’intero processo di tesi.
Sceglierà un argomento banale. Userà fonti di poco valore. Ogni volta che si siede non saprà cosa scrivere e avrà la sindrome da pagina bianca.
Quando consegnerà la sua fatica in segreteria, proverà sollievo come se si fosse tolto un peso.
Ora considera il caso opposto.
Se si lavora bene alla tesi, la sensazione dominante sarà quella di aver sbloccato una nuova dimensione interiore.
Se avrete fatto la tesi con gusto, vi verrà voglia di continuare 1.
U. Eco
Lo studente vorrà continuare a fare ricerca.
Avrà capito un metodo.
La capacità di apprendere sarà la sua forza per tutta la vita. La applicherà nel lavoro, nella famiglia, nella crescita personale.
La domanda fondamentale ora è questa.
Come si può diventare uno studioso del secondo tipo?
Questa non è la classica guida su come scrivere una tesi di laurea.
Ti sto per presentare un percorso personale.
In giovane età, ahimè ormai tanti anni fa, avevo fatto una tesi molto debole. Volevo finire l’università (filosofia), laurearmi e iniziare a lavorare.
A tutt’oggi ho dei rimpianti per quella tesi giovanile. Un’occasione buttata alle ortiche.
Recentemente invece ho scritto un’altra tesi. Dovevo concludere un Master di II livello in Media Education.
Ma questa volta ho fatto le cose per bene.
Ho sperimentato diversi metodi per fare ricerca.
Ho trovato un determinato meccanismo che mi ha permesso di sapere come scrivere una tesi direi ottima. E senza impiegarci troppo tempo.
In questo articolo vedremo un processo semplice per sapere come scrivere una tesi di laurea che piaccia al relatore, ti dia soddisfazione personale e se possibile ti faccia ottenere anche un buon punteggio finale.
Prima di entrare nel dettaglio su come scrivere una tesi attraverso un processo semplice, dobbiamo fare una premessa.
Se hai bisogno di sapere come si fa una nota o come va impaginata la tesi, puoi consultare le linee guida presenti sul sito di ogni università italiana.
Il punto è che nessun studente va in difficoltà perchè non sa come si cita o per altre questioni tecniche.
Le difficoltà sono più profonde. E se si riesce a superarle, si è sulla buona strada per scrivere una tesi eccellente.
Come scrivere una tesi secondo le guide più diffuse (e cosa invece accade realmente)
E’ opinione comune che scrivere una tesi sia una sequenza di azioni.
Scegli un argomento.
Fai la bibliografia.
Leggi e studia.
Scrivi.

Il problema di questa visione? Ci troviamo di fronte a un sogno. Un’illusione. Una chimera.
Il processo di apprendimento negli umani è assai più pasticciato 2.
Non è una sequenza lineare. Per quanto ne sappiamo, l’immagine più adeguata è quella di un sistema in cui i collegamenti si sviluppano a vicenda.
Tutto ciò ha delle implicazioni per chi deve scrivere una tesi, pubblicare un articolo e in generale elaborare un contenuto originale.
Difficilmente si può scegliere un argomento senza aver consultato almeno qualche opera che tratta di quell’argomento.
Non puoi capire se un argomento ti piace in maniera astratta. Devi leggere, approfondire, trovare fonti. Ovvero fare una bibliografia minima.
Dunque argomento e bibliografia vanno di pari passo.
E se è vero che scrivere è pensare, capire se un argomento è quello giusto avviene dopo aver scritto qualcosa sull’argomento stesso. Scrivere note, appunti e riflessioni personali permette di entrare davvero in un argomento di ricerca.
Nell’opinione comune lo scrivere è alla fine di una sequenza di azioni.
Nella visione che ti sto proponendo qui, scrivere è lo strumento più importante. Ed è presente in ogni fase della tesi.
Come scrivere una tesi con un processo semplice
Al posto di una presunta sequenza lineare, nella mia tesi di Master ho adottato fin dall’inizio un metodo basato sulla scrittura.
Volevo scegliere l’argomento? Scrivevo le mie riflessioni.
Leggevo qualche articolo online? Scrivevo una nota personale (segnando sempre i riferimenti alla fonte).
La scrittura mi permetteva di chiarire i miei stessi pensieri.
Infatti sono tornato più volte sull’argomento. Ogni volta con una maggiore consapevolezza, acquisita proprio grazie all’operazione stessa di scrivere le mie riflessioni.

Ad un certo punto l’argomento era ben definito, chiaro e concreto. Questo mi ha portato ad elaborare una bibliografia mirata, circoscritta e focalizzata.
Per ogni testo, per ogni paper, per ogni fonte consultata, inserivo una nota nel mio sistema di note.
Cosa stava accadendo?
Che la tesi si stava costruendo da sola, secondo un sistema fonte-nota.
Questo sistema è noto anche come il Metodo Zettelkasten 3.
Nella fase di scrittura vera e propria, non sono partito dalla pagina bianca.
Ma avevo già a disposizione una serie corposa di note da cui partire. Più che un lavoro di scrittura, è stato un lavoro di ordinamento di note precedenti.
Capisci la potenzialità di questo approccio?
Niente più sindrome da pagina bianca.
Niente più argomento di tesi astratti o superficiali.
Niente più bibliografie infinite, senza direzione.
Al posto di queste cose, mi sono ritrovato una serie di note, frutto di lettura approfondite. Il mio lavoro è stato di ricomporre velocemente le note in un percorso di tesi coerente.
Conclusione
L’idea che ti propongo in questo articolo è che il processo per sapere come scrivere una tesi si basa sulla scrittura di note.
Scrivere da subito e per ogni cosa che incontri. Teorie interessanti, argomentazioni, fonti, opere, riflessioni personali.
Crea un sistema di note, anche se non sei sicuro che saranno la tua tesi finale. Perchè sarà proprio il lavoro che farai su quelle note che ti aiuterà a definire la tesi finale.
Se queste considerazioni ti hanno interessato, puoi approfondire il discorso consultando Tesi Hack, la nostra guida premium che ti accompagna passo-passo nel lavoro di tesi (e che ti mostra il Metodo Zettelkasten per chi deve scrivere la tesi e fare una ricerca di alto livello).
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- U. Eco, Come si fa una tesi di laurea, Bompiani, pag. 248 ↩︎
- R. Ackoff, A lifetime of systems thinking, https://thesystemsthinker.com/a-lifetime-of-systems-thinking/ ↩︎
- Diversi autori (nel corso di secoli!) hanno progettato sistemi per gestire la conoscenza personale. Ecco un’ottima panoramica: https://en.wikipedia.org/wiki/Zettelkasten ↩︎